Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo. Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
La lotta tra la Luce e la Tenebra si va compiendo.
Lo scontro tremendo tra Colui che è la Vita e il suo Antagonista entra nel vivo.
Nessuna concessione a scenografie apocalittiche con cataclismi e sconvolgimenti cosmici.
Una donna e un uomo.
Maria e Giuda.
Le fibre dell’umano, gli abissi delle coscienze, i labirinti delle libertà sono il campo di battaglia.
La Luce diventa mani che accolgono e curano.
La Tenebra si plasma in artigli che ghermiscono e straziano.
Il gesto di Maria, meraviglioso e tremendo, è un congedo.
Ha amato quell’Uomo.
L’ha accolto e la sua Parola si è fatta carne in lei.
La legge del dono e della gratuità danno forma alle sue mani.
L’ha custodito come un bene inestimabile e impagabile.
Il Vangelo del valore infinito di ogni essere umano è tutto in quel nardo sparso.
Lo lascia andare, ora, perché la sua strada di compia secondo la sua volontà.
La verità che fa liberi si realizza nelle mani di Maria che consegna Gesù al suo modo di essere il Messia.
Le mani di quella donna sono Luce per l’amore da cui sono mosse.
E per la fede che le attraversa.
Crede Maria che l’umanità di Gesù sia la verità dell’essere umani.
Che ogni singolo tratto del suo agire è via su cui camminare.
Che nello spirito che ha mosso le sue parole e le sue azioni ci sia pienezza di vita.
Crede Maria, infine, che la sua morte sia un inizio.
Dal sepolcro uscirà il profumo di possibilità insperate e inattese.
Egli se ne va, ma il vuoto che lascia è perché sia occupato da coloro che, custodendo la sua Parola, produrranno frutti più grandi dei suoi.
Scorrazzano come sciacalli sul cadavere le mani di Giuda.
Troppo gretto e spietato per essere vero.
Una maschera tenebrosa con artigli spietati si avventa sul Cristo inerme.
Vuole farlo suo.
Come quei trecento denari o gli altri trenta.
Afferra per tenere, manipolare, trattare, commerciare.
È la Tenebra che crede solo a se stessa e divora ogni lampo di luce.
Lo scontro tra la Luce e il Buio è una lotta a mani nude.
Le mani di Maria, le mani di Giuda.
Le mani di ognuno e ognuna.
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