La Bottega del Vasaio
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«Giustizia è fatta». Gesù, Barabba e la falsa giustizia dei potenti.
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«Giustizia è fatta». Gesù, Barabba e la falsa giustizia dei potenti.

Pensieri in margine al Venerdì Santo

A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?»

Gesù o Barabba.
Condannato l’uno, condannato l’altro.
Qualcuno deve pur morire.

Anche il popolo è condannato alla morte, alla Legge della Morte.
Gli viene imposta la legge dei potenti: qualcuno deve morire perché qualcun altro sopravviva.
Così fa il potere.
Fa fuori chi non serve, chi è d’intralcio, chi è inutile.

Lo racconta come giustizia, perché il popolo creda che non vi sia via d'uscita a quella legge.
È qualcosa a cui non può sottrarsi e di cui il potere non ha colpa.
Non vorrebbe, ma che è così che van le cose.

Decida il popolo, dunque.
Sa, il potere, che basta far sentire il popolo protagonista di quella giustizia per averlo con sé.

Stiamo solo facendo giustizia, l'unica possibile.
Perché non si può salvar tutti. Mai.

O l'uno o l'altro, o questi o quelli, o noi o loro.
Non c'è giustizia senza che qualcuno paghi.

Una giustizia assetata di sangue umano.

E il popolo è condannato a scegliere.
Da sempre il popolo è condannato a scegliere.
Illuso che sia lui a scegliere.


Da sempre il potere racconta così la giustizia.
Si deve scegliere non da che parte stare ma piuttosto chi salvare.
Come se scegliere una parte comporti inevitabilmente far fuori l'altra.

«Chi volete libero?»

Aggressore o aggredito, sfruttato o sfruttatore, truffato o truffatore, bugiardo o ingannato, ladro o derubato, violento o mite, egoista o generoso, ipocrita o coerente, falso e retto, malvagio e buono.

O l’uno, o l’altro.
Secondo convenienza.

E via anche quando non è proprio questione di bene o male: donne o uomini, giovani o vecchi, noi o loro, compaesani o stranieri, malati o sani, intelligenti o limitati, ricchi o poveri, capaci o incapaci, belli o brutti, eccellenti o scarsi, credente o miscredente.

Il popolo scelga chi salvare.
Qualcuno si tenga e qualcuno si getti via.


Il Cristo non sceglie.

Si è schierato.
Le sue parole su ciò che è Giustizia sono cristalline per chi le vuole ascoltare.

Ma la sua Salvezza non sceglie.

Salva il malvagio e salva il giusto.
Salva l'ebreo e salva il pagano.
Salva l'incredulo quanto il credente.
Salva il traditore e salva il fedele.

Il Padre suo salva il Figlio, i suoi traditori e i suoi uccisori.
Senza scegliere.

La Croce è scandalo non perché si uccide un Dio.
Ma perché Dio in essa fa Giustizia senza scartare nessuno.

Questa è la fede cristiana e la Croce da annunciare.
O è Salvezza per tutti - soprattutto per chi non la merita - o non v’è salvezza alcuna.

E questa e l'unica Salvezza degna di essere annunciata, creduta e praticata.
Soprattutto a chi, ancora oggi, spinge i popoli a salvare alcuni e scartare altri.

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