«Una questione politica». La faccenda dell'atto di ripudio e la vera sostanza del problema.
Omelia su Mc 10, 1-12 (Terza Domenica dopo Pentecoste - Rito Ambrosiano)
Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
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La questione che gli scribi propongono a Gesù non riguarda propriamente l’indissolubilità del vincolo.
Piuttosto va a toccare prerogative di alcuni che sono causa di forti disparità in termini di diritti, possibilità e riconoscimento della propria dignità.
La struttura patriarcale e la natura di clan della famiglia del tempo di Gesù aveva poco a che fare con l’immagine di famiglia contemporanea. All’interno di quel sistema erano chiare le differenti posizioni di potere che erano fortemente convenienti per alcuni - gli uomini - e gravemente penalizzanti per altri - donne e bambini - senza che ciò fosse considerato problematico.
Quella forma familiare aveva delle ricadute sociali precise e sosteneva un’organizzazione sociale ben definita. Diritti, doveri, opportunità, responsabilità, poteri. Questioni di politica.
La risposta di Gesù che richiama Genesi con il suo contenuto indiscutibile di parità di dignità dei generi è una risposta che mira a mettere fortemente in discussione quel sistema.