Piccoli sentieri e grandi orizzonti.
Schierati coi deboli. Fa' quel che puoi, grato e lieto di poterlo fare così come puoi. E benedici, sempre.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. (Lc 2,20)
Se vuoi vedere Dio cerca un bimbo e non cercare gli angeli.
Cercalo in ciò che domanda cura e attenzione.
Cercalo in chi sta affrontando la sfida del crescere e del farsi strada, a qualunque età lo faccia.
Cercalo in quel che apparentemente non dà garanzie.
Cercalo in chi non ha poteri da esibire, favori da elargire, promesse da fare.
I primi inviati a cercare il Figlio di Dio hanno trovato soltanto un bambino.
Non hanno visto Dio nella luce degli angeli, non l'hanno incontrato nel coro della moltitudine celeste.
Solo quando quelle luci si sono spente e quel coro ha fatto silenzio hanno potuto vedere e sentire Dio.
Se vuoi vedere Dio cerca un bambino e non perderti a inseguire gli angeli.
Volgiti all'umanità che non smette di rinnovarsi quotidianamente superando le proprie fragilità.
Fatti alleato di chi non rimpiange nostalgico il passato ma ha l'umiltà e il coraggio di esporsi a costruire il futuro.
Entra nella schiera di quelli che operano affinché ognuno abbia almeno una possibilità, magari anche più di una.
Se vuoi vedere Dio, cerca un bimbo e schierati dalla sua parte.
Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. (Fil 2,6-8)
Se dici di credere nel Figlio di Dio rinuncia a voler riuscire in tutto quel fai.
Accetta di poter fare semplicemente quel che riesci ma facendo sempre tutto quel che ti è possibile.
Il Figlio di Dio è un crocefisso.
Rifiutato, tradito, deriso.
Fa carriera ma al contrario.
Gioca le sue carte e perde tutte le mani.
Non lo capiscono.
Sceglie male i compagni.
Manipolano le sue parole.
Si mette a servire e non raccoglie nemmeno la gratitudine dovuta.
Chi lo ha visto nel deserto delle sue giornate rifiutare quotidianamente e ostinatamente di trasformare pietre in pane, di schiacciare il prossimo come un dominatore tirannico, di usare il nome di Dio per trarne successi e vantaggi, non si stupisce che sia così.
Uno che non ce l’ha fatta.
Il Figlio di Dio è uno che non ce l'ha fatta.
Di più ancora: uno che non si è affatto vergognato di far parte dell'immensa schiera di quelli che non ce la fanno.
È così che si è svuotato.
Liberandosi dall'idolo del Dio dei perfezionismi, dei volontarismi logoranti, del «dipende tutto e solo da te».
E liberando anche noi dal mito dell'uomo o della donna perfettamente riusciti.
Dal delirio dell'eccellenza e dai fumi del superego.
Così si è svuotato, senza lasciar spazio alcuno alle spiritualità automortificanti e autoumilianti, nient'altro che la versione al negativo della peggior volontà di potenza.
Se dici di credere nel Figlio di Dio sii lieto e fiero di fare solo quel che riesci ma sempre e tutto quel che ti è possibile.
Se vuoi essere immagine e somiglianza di Dio benedici e non maledire mai.
Benedici l'umanità.
Sempre, comunque, chiunque.
Chi ami e chi odi. Chi ti è vicino e chi ti ha allontanato. Chi ti sostiene e chi ti è ostile.
Non maledire, mai, nessuno, per nessuna ragione al mondo.
Ti costerà.
Sarà l'ascesi più dura che tu abbia mai affrontato.
Ma tu non maledire e piuttosto benedici.
Sempre. Prima che te lo chiedano. Senza domandarti se lo meritino o no.
Benedici perfino chi fa il male.
Sì, benedicilo.
Non sprecare parole e tempo a distinguere peccato e peccatore.
Lascialo agli esteti dello spirito troppo preoccupati di sporcarsi il vestito buono col peccato altrui.
Tu benedici, invece. Senza timore.
Non c'è nessuna accettazione del male nel benedire chi lo compie.
Non c'è nessuna investitura nel chiedere il bene per un essere umano, fosse anche il più malvagio mai esistito.
C'è invece il segno dell'unico modo di sconfiggerlo, quel male: seminare bene, anche a parole, proprio dove il male alza il suo ruggito.
Il Dio Padre della Vita è il Dio di ogni benedizione.
E tu, che sei flglio o figlia, benedici.
Schierati coi deboli.
Fa' quel che puoi, grato e lieto di poterlo fare così come puoi.
E benedici, sempre.