Padre, perdonali. Non sanno quel che fanno.
Sette sono le frasi pronunciate da Gesù sul patibolo della Croce. Messe in fila, paiono spezzoni giustapposti senza alcun nesso logico. Eppure, una lettura meditata e attenta non può non cogliere una sostanziale unità di fondo che dà alle sette frasi quasi la parvenza di un testamento finale da parte del Cristo. Scorrendole una ad una si odono risuonare in esse i contenuti peculiari dell’annuncio evangelico, che vedono il loro culmine proprio nella Pasqua di Gesù. In questo post, la seconda di sette meditazioni di approfondimento a ciascuna delle parole: il Legno della Croce prende voce reagendo in prima persona alle diverse espressioni del Crocifisso. In ciascuno dei sette posts puoi trovare il monologo del Legno sia in forma testuale che nella versione audio recitata, accompagnato da un’immagine artistica a sua volta corredata da un breve commento utile alla comprensione e alla riflessione. La voce del Legno della Croce è di Giancarlo Cattaneo, Speaker di Radio Capital. La scelta delle opere d’arte e il relativo spunto critico sono di Elena Camminati. I testi di don Cristiano Mauri.
ASCOLTA LA RIFLESSIONE:
«Padre, perdona loro.»
Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto". (Lc 23, 34-35)
Nudo. Senza veli, senza difese, senza conforto alcuno. Il Nudo è il più debole di tutti. Non nasconde nulla, non ha zone d'ombra, non può riservare sorprese. Sotto gli occhi di tutti, il Nudo è prevedibile, perfino scontato. Sta fuori perché dentro si va solo con l'abito adatto e lui ha solo quello dello scandalo.
Trema il Nudo. Imbarazzato e svergognato, infreddolito e spaventato, umiliato e offeso. Fugge, se può, come chi non ha niente, non può niente, non è più niente.
Il Nudo è solo e cerca riparo, perciò a chi glielo offre si consegna volentieri. Non importa che vestito sia, nemmeno cosa occorra fare per averlo, conta solo mettere fine alla vergogna, poter tornare a stare dentro, non essere più né debole, né solo.
Il Nudo è il più facile da manipolare. Non oppone resistenza, né obiezione alcuna. Come questo povero legno spogliato dal suo tronco o il ferro dei chiodi che trafiggono te e me. Lascia che facciano di lui quel che vogliono, come vogliono, quanto vogliono. Qualsiasi cosa è meglio di quell'essere poco più di un nulla.
Loro lo sanno, per questo ti hanno denudato. Così, pensano, potranno abusare di te come meglio credono.
Sentili: «Salvati! Salva te stesso!». Non hanno capito nulla di te. Non hanno voluto capire. Hanno provato a manipolarti in tutti i modi possibili. Hanno cercato di farti essere ciò che non sei, non vuoi e non puoi essere. Hanno tentato di cambiarti letteralmente i connotati. Non smettono nemmeno ora di farlo. Tu non ci stai nel loro mondo religioso. Quel mondo che loro gestiscono, guidano, plasmano a loro piacere con tutto ciò che contiene: cose, persone, tradizioni, idee...
Poveri… non sanno proprio come trattarti.
Sì perché loro, le persone le trattano. Ne fanno una tratta, vera e propria. Le muovono, le tengono, le lasciano. Cercano di modellarle secondo una forma ben identificata e identificabile. Perfettamente gestibile. Credono, così, di saper trattare le persone e a quelle che non si lasciano trattare, riservano il trattamento speciale. Quello che stai subendo tu, Gesù.
Le spogliano. Tolgono dignità, sicurezza, onore, serenità, ricchezza, libertà, speranza, pace. Per poi offrire salvezza a coloro che accettano di lasciarsi piegare dai loro interessi e dalle loro ambizioni.
Nudo anche tu, Gesù. Ma di te non riescono a fare quel che vogliono.
Ti ho sentito sai? Da che mi hanno caricato sulle tue spalle, non hai smesso un istante quella sommessa litania: «Perdonali... perdona... Abbi pietà di loro... Non sanno... Non comprendono... Perdona...».
Hanno voluto levarti ogni velo, ma l'abito da Figlio del Padre misericordioso nessuno te lo toglie. Lo tieni stretto come tua irrinunciabile dignità. La Misericordia di Dio veste i tuoi gesti, le tue parole, la tua umanità intera.
Tu sei spogliato delle vesti, ma quelli “messi a nudo” sono loro. Le intenzioni oscure dei loro cuori sono state svelate. La malizia del loro agire è stata scoperta. La violenza dei loro sentimenti si è manifestata. Nudi, loro più di te.
«Padre, non sanno». Come un velo pudico scendono le tue parole a coprire le vergogne di chi non ha vergogna alcuna. Pietà per loro, pietà per chi nemmeno si rende conto di essere nudo, povero, misero e immerso nel guano delle poprie malvagità. Il lembo del tuo perdono offre loro una dignità che non meritano e la tua misericordia li riveste facendoli degni di stare, con te, davanti al Padre. Vestiti da te, vestiti come te, vestiti da Re. Nemmeno questo loro sanno. E così, quel vestito è ancora più bello.
Antonello da Messina “Ecce homo”, 1475 Collegio Alberoni, Piacenza
Tutto il male del mondo nello sguardo rassegnato, nell’espressione addolorata. Un volto bello e perfetto di un’umanità piena e di una sofferenza infinita. I segni dello strazio nella carne, di una notte di violenza e tortura. Tutta l’umanità ferita, qui e altrove; e sembra per sempre. Non c’è riscatto possibile e il perdono sembra parola stonata in questo abisso di violenza inflitta. Eppure neanche un moto di ribellione, non c’è rancore. L’umiliazione assoluta cui l’Uomo è sottoposto si ferma al limite della nostra accettazione e comprensione. Il sudore misto al sangue e la mitezza negli occhi arrossati di pianto che dicono il muto perdono sono resi con la perfezione tecnica di una pittura sublime. La smorfia dell’amarezza e del dolore nella perfetta inquadratura cinematografica ci affaccia sulla scena più inaudita che la storia ci abbia offerto: l’Amore fatto carne straziato e oltraggiato è reso nella perfetta inquadratura spaziale drammatica e potente e nella sapientissima luce nei dettagli ineguagliati di questo volto di Gesù.