Non possiamo che contenerla, misurarla, definirla. Perché la vastità di quello spazio di accoglienza e guarigione è una vertigine. E l’irragionevolezza del suo rimettere in libertà il misero e il peccatore, senza condizioni né prezzi da pagare, è uno sproposito.
Giustizia. Lo chiamiamo così. Giustizia di Dio.
E dobbiamo ripetere senza sosta che la Misericordia non cancella la Giustizia. Che Dio è Padre ma anche Giudice. Che la Compassione non deve essere condiscendenza.
La chiamiamo Giustizia Divina, ma, il più delle volte se siamo onesti, è solo quel limite che abbiamo bisogno di porre per rendere la Misericordia di Dio qualcosa di maneggiabile.
Perché altrimenti è troppa. Sì, è troppo.
È fuori misura. È senza controllo. È scriteriata.
Perché la Misericordia di Dio è gratuità assoluta che non sta a misurare il grado del pentimento, non si ferma a controllare che quel perdono valga la pena, non si mette a sindacare sui criteri circa l’opportunità della salvezza.
Perché la Misericordia è la rinuncia alla minaccia, alla vendetta, alla rivendicazione, al ricatto morale del debito di riconoscenza. Sopratutto è la rinuncia della paura come sistema di controllo e di governo dei cuori dell’uomo.
La Misericordia è la radicale affermazione da parte di Dio della libertà dell’uomo. Ed è lo sconcertante annuncio della ″debolezza di Dio″, pronto a pagare di tasca Sua per il nostro riscatto.
Troppa. Troppa libertà. Troppa debolezza. Troppa generosità.
Eppure è così, attraverso questo eccesso di Bello, che l’uomo viene spinto ad abbandonare il Male convertendo al Bene la propria esistenza.
Si sa, però, che gli uomini con troppa libertà fanno solo disastri. E se ci si mostra deboli poi prendono la mano. E che del generoso si approfittano.
Meglio usare la forza, stringere i cordoni della borsa e mettere le briglie. Agli uomini e pure alla Misericordia. Le briglie della Giustizia.
Altrimenti è troppo. Troppo da far paura.
È troppo arrivare a dire che l’assoluto gratuito della Misericordia è il modo di far Giustizia di Dio. Così radicalmente altro dal nostro.
Ma una Misericordia che non sia totalmente altra è una Misericordia che non salva.
E porle un limite, mascherandolo di Giustizia, è un modo implicito per dire che di quella Misericordia altra non abbiamo bisogno.
Che, forse, al Dio della Misericordia non crediamo davvero.
Sento dire di frequente che chi cerca la Misericordia è solo un pusillanime che non ha il coraggio di affermare la Verità e praticare la Giustizia. Uno che cerca solo la compiacenza di chi andrebbe invece corretto e castigato. Uno senza spina dorsale che ha paura dello scontro e non ha il coraggio della testimonianza.
Chissà, forse alcune volte è davvero così. Forse tante volte lo è.
Eppure, in chi sceglie di credere alla Misericordia e di praticarla così come i Vangeli ce la consegnano, vedo spesso il compimento vero della libertà, nella sconcertante disponibilità a pagare di persona per la salvezza dell’altro. Qualsiasi prezzo comporti.
E sa così tanto di Pasqua. E sa così tanto di Dio. Quello di Cristo.