Chissà perché si parla sempre di Madonne che piangono... Eppure, una Madre ha sempre un sorriso per i suoi figli.
Arrivi senza trucco e con un po’ d’occhiaie. Ti sistemi i capelli tirati su alla svelta, in qualche modo. Lo so che non hai avuto tempo di sistemarti, non scusarti. Sei anche tu ormai una Madre di questi tempi moderni.
Mi spiace tu sia così affannata, vorrei toglierti un po’ del peso che porti, ma so che invece non faccio che aggiungertene anch’io, come ogni altro tuo figlio.
Sapevo che avresti sorriso a queste parole. Sempre preoccupata di non dar l’impressione che i figli siano anche una fatica.
Ti ascolto volentieri elencare le soddisfazioni che ti danno come a giustificare il sorriso. E’ un tuo cruccio di sempre il fatto che molti parlino solo male di loro. La voce rotta e la fronte increspata mi dicono che è una ferita vera.
Tu lo sai che non sono infallibili. Non ti piacerebbe nemmeno che lo fossero. Che te ne faresti di figli che non avessero bisogno delle tue cure, dei tuoi insegnamenti, della tua consolazione? Oh sì, il dolore del male che a volte commettono lo senti tutto pure tu. Ma è quando li colpiscono che senti il cuore trapassato da una spada.
Ti torna subito il sorriso.
Questo mi fa innamorare di te ogni volta. Perché non parlano mai dei tuoi sorrisi? Perché ce l’han sempre con le tue lacrime?
Tutte le mamme sorridono dei figli e ridono coi figli. Tutte le mamme cercano di nascondere le lacrime versate per i figli. E tu che sei la Madre perchè mai dovresti fare il contrario?
Scuoti la testa e mi assicuri che i tuoi figli sanno farti divertire. Sei fiera nel vederli realizzare cose mirabolanti. E le bellezze che riescono a produrre? Ti brillano gli occhi di Madre orgogliosa.
Torno a chiederti se non ti pesa l’affanno di questi tempi. I tuoi figli han preso ritmi poco rispettosi delle loro misure. E un po’ anche delle tue.
Ancora un sorriso. E’ un raggio di luce.
Dici che passerà anche questa. Ogni stagione ha avuto le sue manie. Certo, forse esagerano nel fare ma è tutta buona volontà. «Non sono cattivi, è che…», come ogni madre li salvi sempre.
«Ammetto - dici - che la nostra famiglia a volte sembra più un'azienda, ma vuoi mettere la quantità di bene che fanno?». E se è vero che oggi ti affanni anche tu per la velocità, in altri momenti dici di aver patito la lentezza. Ti adatti. Li segui. Un po’ li assecondi. Un po’ tiri il freno. Li difendi, comunque.
Un attimo di silenzio. Mi perdo nei tuoi occhi del colore della terra. E’ con quelli che l’hai raccolta in grembo e condotta in cielo. Porterai anche me un giorno. E se sarà come arrendersi al tuo sguardo non sarà poi così difficile.
Cos’è quell’ombra che è passata per un’istante sul tuo viso?
Non è un pensiero come gli altri. E’ un timore vero. La divisione. I tuoi figli si dividono. E’ più che un litigare. E’ non riconoscersi fratelli. Rivendicano ciascun per sè l’autenticità della loro figliolanza. Si accusano di ipocrisia e si rinfacciano le debolezze. Si ergono l’uno sopra l’altro a censori delle rispettive vicende. Ti chiamano in causa come giudice tra le loro diatribe invocando punizioni e condanne. «Se solo mi guardassero sorridere…».
E’ già passata. Non ce la fai proprio a tener quella luce lontana dal tuo volto.
Te ne vai già? Così presto? Dammi un bacio, prima di andare. A voce ti congedi con le solite raccomandazioni. Nei tuoi occhi trovo l'unica vera: «Sorridetevi l’un l’altro del sorriso di vostra Madre».
Sorridici Maria. Facci innamorare del tuo sorriso di Madre. Sarà il modo più bello per riscoprirci fratelli.
Pubblicato nel mio libro «La Bottega del Vasaio».