«Beati per forza?». Una rilettura delle Beatitudini (Mt 5, 1-16)
Una religione che promette solo gioia è un infantile inganno. I giorni tragici della vita meritano altro.
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. (Mt 5, 1-16)
ASCOLTA LA REGISTRAZIONE:
Gesù contempla l’umanità del suo tempo e scopre una quantità di donne e uomini quotidianamente impegnati a realizzare con le proprie scelte un mondo più umano, più autentico, più vivibile.
Alcuni che, afferrati dagli ingranaggi della storia, delle economie, delle politiche e delle religioni, si trovano a fare i conti con l’emarginazione, lo sfruttamento, l’oppressione, l’ingiustizia.
Altre che sono provate dalla durezza della vita, con i suoi giorni di dolore, di frustrazione, di solitudine e di smarrimento.
Li osserva ammirato mentre, nelle loro lotte quotidiane, mantengono - o almeno ci provano - una strenua fedeltà alla loro umanità, onorando la vita con serietà e responsabilità, rettamente e onestamente.
Li vede faticare e faticare, diventando facili obiettivi della tentazione di mollare, delle domande vigliacche su quanto valga la pena restare fedeli ai propri valori e convinzioni senza cedere a logiche inique.
Gesù contempla questa umanità di uomini e donne che da poveri, afflitti, miti, puri di cuore, misericordiosi, operatori di pace, affamati e perseguitati per la giustizia cercano, così come riescono, di costruire un presente e un futuro migliori per tutti.
E in essi vede il Padre suo, la sua giustizia, il suo regno.
In essi vede una forza prorompente che sa di eccesso di vita e di amore, riconoscendovi la stessa forza del Padre suo.
A questi e per questi dice: «Coraggio, forza, tenete duro, meno male che ci siete! Il vostro impegno è fecondo e il vostro futuro gravido di salvezza».
Le Beatitudini non sono un comandamento, ma una rivelazione e un solenne applauso.
Bibliografia
Ulrich Luz, Vangelo di Matteo, Brescia, Paideia, 2019
Giulio Michelini, Matteo, Cinisello B., San Paolo, 2013
Giuliano Zanchi, La giustizia più grande, Bologna, EDB, 2021
Carlo Maria Martini, Il discorso della montagna,, Milano, Mondadori, 2006
Luigi Serenthà, Il regno di Dio è qui, Milano, Ancora, 2006