Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: / “Percuoterò il pastore / e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». (Mt 26,16 e ss)
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Questa è la notte di Giuda.
La notte del traditore, del ladro, del bugiardo, dell'assassino.
Del voltafaccia che fa di un bacio il colpo mortale.
Dell'animo gretto che svende l’onore per un pugno di monete.
Del pusillanime che sacrifica il fratello per salvare se stesso.
Questa è la sua notte e ci fa comodo sia così.
Abbiamo qualcuno da accusare.
Uno che si faccia carico della colpa e paghi per tutti.
Ha fatto comodo anche agli altri Undici cuori avvelenati dal rinnegamento.
Salvati per Giuda dall'onta del tradimento.
C'è uno da disprezzare serenamente e per dovere religioso.
Uno verso cui poter scagliare la nostra rabbia vendicativa.
Orgogliosi di farlo in nome di una presunta giustizia divina.
Contenti di esser liberi dall’affrontare il difficile compito di trovare un rimedio alla colpa che non sia il castigo.
Questa è la notte di Giuda, il maledetto.
Come l'abbiamo chiamato da lì in avanti, giudicandolo degno della sua fine e condannandolo - sempre e di nuovo - a morte.
Ne abbiamo dette e fatte di tutti i colori su di lui, mettendolo perfino in bocca a Lucifero.
Con una smania giustizialista e il gusto perverso del «ha avuto quel che si è meritato».
È la notte di Giuda, questa.
La notte di quelli destinati a far da capro espiatorio.
Le vittime del facile accanirsi tutti contro uno.
I colpevoli di crimini così orribili da darci il permesso di imbestialirci - nel vero senso della parola - e sfogare la violenza nell'illusione che sia giustizia, addirittura divina.
La notte di quelli che non si meritano più nessun amore e nessuna misericordia.
La notte di Giuda è anche una notte di meraviglie.
Perché lui, traditore, ladro, bugiardo e assassino, si sente chiamare «Amico».
Colui che senza scrupolo abbiamo condannato a morte eterna, Gesù lo chiama «Amico».
L'aveva detto che avrebbe amato anche il nemico e che l’avrebbe fatto sino alla fine.
«Amico» lo chiama.
Come uno con cui si condivide un destino, in cui ci si riconsce e ci si specchia, su cui si fa affidamento e a cui si è pronti a donare ogni cosa.
«Amico», come uno con cui un po' ci si somiglia.
E in quella notte, la notte di Giuda, il Cristo somiglia tanto al suo «Amico».
Gesù è capro espiatorio di un potere che vuole salvare se stesso e non teme nel fare vittime.
E Giuda non è forse vittima di quello stesso potere che non esita a manipolarlo?
Gesù è giudicato come traditore e nemico della nazione e Giuda non sarà, a sua volta, il nemico del popolo dei seguaci di Cristo?
Gesù è abbandonato, isolato, rifiutato e non sarà così anche il discepolo?
Gesù è rifiutato dai capi della religione e non sarà così anche per Giuda quando tornerà pentito a chiedere perdono?
La notte di Giuda è la notte della meraviglia.
Il Cristo che ha chiesto salvezza per tutti, che ha dichiarato non voler perdere alcuno, che perdonerà perfino i carnefici, chiama Giuda «Amico».
Potrà mai lasciarlo fuori dalla sua Misericordia?
E chi siamo stati noi per aver presto fatto di Giuda l’unico sotto condanna certa di morte eterna?
Chi ci ha dato il diritto di fare di lui l’unico non salvato dalla Misericordia di Dio?
Gesù e Giuda son lì a stanare tutti i nostri sentimenti antievangelici che abbiamo spacciato per giustizia divina.
Ma il suo peccato è la disperazione, si dice.
La disperazione è di chi è lasciato solo e si spera solo con qualcun altro.
Ma chi si è curato del dolore di Giuda? Chi è andato ad accogliere le sue lacrime?
È andato a chiedere perdono ai rappresentanti di Dio e si è visto cacciato.
Abbandonato dopo essere stato usato.
Condannato a dannarsi, Giuda è stato ucciso dagli stessi che hanno tolto di mezzo Gesù.
Non lo hanno voluto con sé nemmeno da morto, tanto da destinarlo al «Campo dello straniero» comprato coi soldi del tradimento.
Per questo Lui non può che chiamarlo «Amico».
Così questa notte, notte di «Giuda l'amico di Cristo», è la notte
di chi ha tradito, mentito, rubato e ucciso;
di chi ha fatto il male ed è stato condannato senza appello;
di chi è stato capro espiatorio pagandola per tutti;
di chi è stato lasciato solo con il rimorso del male fatto;
di chi ha affrontato la disperazione di non poter rimediare;
di chi ha trovato le porte chiuse per aver fallito;
di chi nessuno più vuole nemmeno da morto;
di chi non ha trovato compassione per il proprio pentimento;
di chi si è lasciato ingannare dal fascino del potere e dell'avere;
di chi è stato manipolato e usato e rigettato senza pietà.
In questa notte, il Cristo, questi li chiama tutti «Amico».
Ringrazio Luca Moscatelli per la meravigliosa meditazione su Giuda che ha ispirato questi pensieri e che trovate qui: